Traballando


E’ traballante cammina a stento; non si dica, non si dica, vi prego, che è ubriaco e nessuno si muova a pietà pensando che è debole per via dell’età o della malattia.

Traballa non per vecchiaia, traballa senza aver bevuto eppure traballa.
E’ l’insicurezza o la paura a farlo tremare e rendere instabile a quel modo?
Osservando le porte sbarrate e il lungo lavoro fatto e che va facendo per innalzare muri e barriere lo si potrebbe pensare.
Strane molto strane queste mura con una porta sola e così nascosta e così sbarrata; ho provato a nascondermi e ad attendere che la porta si aprisse, ma è raro che accada e quando accade, esce, lui, così tremante, così malfermo.
Un nulla, è sufficiente un nulla: il soffio del vento, o la foglia che cade e, lui, subito ritorna dentro le mura, ma può accadere di peggio o meglio può accadere qualcosa che lui ritiene peggiore e allora... forse è arrivato il momento di dire, perché si possa capire.

E’ accaduto quella volta che lui uscì chiamato forse dai raggi del sole. La serenità della prima estate mi ha fatto lasciare il nascondiglio e gli sono andato incontro. Non so cosa accadde, ricordo che fu prima, molto prima delle parole. Forse fu il mio sorriso troppo prolungato oppure un gesto non considerato, oppure pensò ad un mio parere da proporgli, un nulla, fu sufficiente un nulla perché si trasformasse, un istante prima di rinchiudersi dentro le sue mura.

Le mani si armarono e i calci andavano per l’aria. Si gonfiò persino e gridò come la tempesta e pianse per poi roteare ancora gambe e braccia quasi a voler colpire il mondo intero così nemico, così lontano.

E gridando e piangendo e urlando e bofonchiando si girò per fuggire e rintanarsi fra le sue mura silenziose e grevi.

Lui, solo, dentro quelle mura: lui, solo, a riempire tutto e si immaginava bene, quasi si vedeva lui che si ingigantiva riempiendo con la sua mollezza ogni vicolo, ogni spazio perché non ci fosse più posto per alcuno.

Il nostro io così impaurito dell’altro, delle sue parole, della sua vita e persino di sé stesso.


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