il cieco vedente e il vedente cieco

IV domenica di Quaresima - anno A

Gesù vede un cieco.

- Permette che diventi oggetto della sua conversazione con i discepoli.
- Prende della terra, ci sputa sopra e la butta sugli occhi del cieco.
- Dopo averlo sporcato gli dice di andare a lavarsi alla piscina di Siloe.
- Non lo accompagna per aiutarlo a camminare.

Se il cieco avesse pensato che Gesù era un gran cafone perché si permetteva di parlare di lui così come si fa con gli oggetti?

Se poi lo avesse preso per un teppista perché si divertiva a ferirlo moralmente buttandogli della terra, bagnata di saliva, negli occhi ciechi?

Se lo avesse giudicato un mascalzone perché gli aveva detto di andare a lavarsi lasciandolo solo?

Se comprensibilmente, il cieco se ne fosse andato pieno di rancore?

Sarebbe rimasto cieco per sempre.

A lui, invece, è bastata una Parola per andare a lavarsi alla piscina con le orbite degli occhi piene di fango.

Mentre il bastone picchiettava sulle pietre a cercare la via probabilmente alle orecchie sensibili non saranno sfuggite le risa, gli scherni, i giudizi.

Eppure di ticchettio in ticchettio con il suo bastone arriva a quella piscina a bagnarsi, con avida speranza, i suoi occhi spenti.

Una soffiatina, una pezzuolina speciale, qualche leggero sfregamento e si possono inforcare gli occhiali con le lenti accuratamente studiate per i nostri occhi.
Un attimo e noi ci vediamo benissimo, ma per andare dove?


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